Quando uno fa un lavoro per te, e prima, alle tue pressioni, abbassa il prezzo per venirti incontro e poi a fine lavoro ti dice Per stavolta non pagarmi, non significa che è un benefattore. Neanche che è un amico. Però a noi, noi esseri umani intendo, piace ritenerci speciali. Crediamo nell’impossibile, come nelle affermazioni di cui sopra. Quindi troviamo veri amici ad ogni angolo, o persone toccate dalla grazia divina pronte a carezzarci le gote quando le incontriamo.
Non è andata così. Almeno a me.
Quello della caldaia, ad esempio, è venuto a fare la manutenzione estiva, dopo che per tre inverni l’avevamo lasciata sola nel locale tecnico senza nessuna attenzione se non il solletico che potevano farle i topi camminandole sopra. Lei aveva sempre funzionato bene, sempre. Dopo la visita di questa estate, il tipo che ci ha preso diversi pezzi da 50 euro, ci aveva anche messo a posto alcuni valori, ce l’ha spiegata così, perché la caldaia era settata male. Si era congedato col sorriso.
La caldaia non ha più funzionato. Ieri mattina è tornato, e dopo avergli detto Guarda che da quando sei venuto la prima volta la caldaia non ha più funzionato, lui ci ha detto che si sarebbe accontentato, solo per questa volta, della metà del prezzo ordinario per la chiamata e per il lavoro. Sintetizzando è andata così: è venuto e non ci ha capito un cazzo. Nulla. Se n’è andato dicendo che non voleva soldi. La caldaia è saltata venti minuti dopo la sua partenza, mentre quello stava ancora sgommando frettolosamente col fiorino prima di disperdersi tra gli olivi, come se avesse riparato le falle di una navicella spaziale con un giro di nastro adesivo.